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LA STORIA DEL BAR E DEI CAFFE'
“Questa bevanda del diavolo è così buona… che dovremmo cercare di ingannarlo e battezzarlo.”
(Queste parole di Papa Clemente VIII ad alcuni cardinali, che definivano il caffè come una bevanda barbara e demoniaca)
Fin dalla loro origine nel XVI secolo, nel medio oriente, sopratutto in turchia a Costantinopoli i caffè erano i luoghi di ritrovo dove ci si si riuniva per bere un caffè o tè, fare conversazione, leggere, ascoltare musica e giocare a scacchi.
Dal medioeriente i caffè si diffusero in Europa, durante l'assedio dei turchi a Vienna. La commecializzazione vera e propria del caffè iniziò nel Seicento, i chicchi neri dell’arabo qahwa giunsero in Europa a bordo delle navi dei mercanti veneziani, partendo proprio dalla Turchia, dove la parola kahve, a Venezia si trasformò in caffè.
I caffè erano luoghi raffinati, dove i nobili e le élite della società si riunivano per conversare, leggere un giornale accompagnati da una tazza di caffè o tè e pasticcini. I caffè erno situati nel centro della città, solitamente sulla piazza principale, pensiamo al “Caffè Gambrinius” a Napoli, il “Caffè Florian” a Venezia, il “Caffè Pedrocchi” a Padova, il “Caffè Greco” a Roma.Il caffè era organizzato in due o più sale una all'ingresso, dove vi era il banco per preparare le consumazioni che venivano poi servite al tavolo dai camerieri in livrea, e altre salette interne, adorne di specchi, poltrone e tavolini, dove si poteva conversare e leggere in tutta tranquillità.
Caffè parigini
Il più famoso caffè parigino è il Café Le Procope, è il primo caffè di Parigi, secondo molti anche il più antico caffè d'Europa.
Vent'anni dopo l'introduzione alla corte francese del caffè, un armeno, aprì di fronte al teatro della Commedia Francese, un caffè che ben presto attirò gli attori e i personaggi che gravitavano attorno al mondo dello spettacolo.
Questo caffè nel 1686 venne rilevato dal ristoratore Francesco Procopio dei Coltelli, siciliano emigrato a Parigi, che lo ribattezzo Café Procope .
Francesco Procopio e il suo caffè ebbero enorme successo grazie all'invenzione del sorbetto, e successivamente alla produzione di granita e gelati, lo potremmo considerare l'antesignano dei bar-gelaterie odierni.
CaféLe Procope diventò il più famoso luogo di ritrovo francese frequentato tra gli altri, da La Fontaine, Voltaire, Napoleone, Honoré de Balzac, Victor Hugo. Ancora oggi è uno dei luoghi più noti di Parigi.
Caffè Viennesi
L'ambiente molto elegante la calma la lettura dei giornali, i rituali, creano l'atmosfera molto particolare della caffetteria viennese "Kaffeehaus".
I caffè viennesi si contraddistinguono per essere frequentati da una clientela eterogenea, da un offerta variegata di bevande caffè, te, tisane, la libera consultazione di innumerevoli giornali e riviste locali ed estere.
I caffè viennesi introdussero all'interno dei caffè, una vera e propria zona pasticceria con un offerta variegata, di torte crostate e pasticcini.
L'arredamento dei caffè viennesi è molto caratterizzato, tavoli in marmo, sedie thonet, banchi bar e boiserie in legno specchiere e vetri istoriati.
Uno scrittore Austriaco ha descritto la caffetteria viennese come "una particolare istituzione, in realtà, una sorta di club democratico, aperto a tutti, al prezzo di una tazzina di caffè a buon mercato, dove ogni ospite può sedersi per ore, per parlare, scrivere, giocare a carte, ricevere lettere e, soprattutto, consumare un numero illimitato di giornali e riviste»
Il bar
Agli inizi del novecento il vento di cambiamento porta alla ribalta un nuovo modo di consumare il caffè, un modo più veloce e più informale, in contrapposizione con gli aristocratici e pomposi caffè dove si beve il caffè comodamente seduti in poltrona, nasce il Bar.
Il bar nasce per venire incontro alle nuove esigenze del consumatore, la città ha ritmi veloci e il bar si adatta a questa nuova esigenza velocità e informalità.
La parola bar deriva dalla divisione che il bancone bar determina tra il barista e il consumatore, “Bar” dall’inglese “sbarra” che si traduce divisione. Il bancone alto prende piede e si afferma come banco bar standard, perché consente un servizio diretto e deriva dal modo in cui si consuma le bevande o gli alimenti, nei caffè la consumazione veniva servita al tavolo dal cameriere, mentre nel bar il caffè viene consumato stando in piedi, di fronte al barista, e consente un consumo veloce, fast. Il barista nel bar pertanto diventa una figura centrale, è il front-man del locale, elemento fondamentale che con i suoi modi di porsi e le sue capacità della preparazione del caffè espresso determina il successo o l'insuccesso del locale.
Il bar concepito in questo modo ha resistito fino alla fine degli anni 90, nel 2000 tale format ha iniziato a mostrare i primi segni di cedimento.
Il bar 2.0
L'avvento della tecnologia di internet, dei smartphone, dei social, trasforma la società e anche il bar si trasforma.
Il nuovo modello di bar arriva dall'America, la nazione dove nasce e si afferma con forza, internet e le nuove tecnologie. La nuova società sottoposta a tanti impulsi diversi, tv, pubblicità, internet, social, portano i giovani a sentire il bisogno di oasi di tranquillità, luoghi informali, giovani, dove potersi fermare senza fretta, da utilizzare a piacimento come il salotto di casa o l'estensione del proprio ufficio.
L'arredamento per questo tipo di locale torna ad essere determinante come il bancone per il bar, le poltrone e i tavolini diventano l'emblema di un arredo confortevole e pratico, dettate dalle esigenze del cliente. Ricreare un atmosfera domestica è il nuovo slogan, l'arredo tenta di riprodurre il confortevole salotto di casa determinano il successore di questo nuovo locale,insieme a una serie di benefit tra cui l'immancabile wi fi gratuito.
Sturbacks è l'emblema di questo nuovo tipo di caffetteria.
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Il caffè e napoli un legame indissolubile
Diceva Eduardo:“Io, per esempio, a tutto rinuncerei tranne a questa tazzina di caffè, presa tranquillamente qua, fuori al balcone, dopo quell’oretta di sonno che uno si è fatta dopo mangiato. E me la devo fare io stesso, con mani.”Come abbiamo visto la moda del caffè dalla turchia prese piede d'apprima a Vienna e ipotesi molte accreditate ipotizzano che dalla capitale dell’Impero asburgico tramite Maria Carolina D’Asburgo-Lorena, sposa nel 1768 di Ferdinando di Borbone arrivo a Napoli.
Il caffè a Napoli ebbe tanto successo che è diventata la capitale mondiale del caffè. Si racconta che la viennese Maria Antonietta di Francia, sorella di Maria Carolina, prima di avviarsi al patibolo volle bere proprio una tazza di caffè.
Ben presto il caffè da bevanda riservata i nobili si diffuse a tutta la popolazione agli inizi del 800 grazie ai caffettieri.
Fu solo allora che la città si arricchì delle colorite grida di caffettieri ambulanti. Queste figure, ormai scomparse, percorrevano la città in lungo e in largo muniti di due recipienti, uno pieno di caffè e l’altro di latte, e di un cesto con tazze e zucchero. I caffettieri, oltre a fornire una colazione veloce ai napoletani più affrettati, urlavano ogni giorno il nome del santo che si festeggiava, in modo che i più sbadati ricordassero anche di fare gli auguri ad amici e parenti.
Napoli diventa la capitale mondiale del caffè grazie all'invenzione , nel 1819, della Cuccumella, la caffettiera napoletana, antesignana della moka, che alternava il metodo di preparazione per decozione alla turca al metodo di infusione alla veneziana, con un sistema a doppio filtro.
il caffè, come duecento anni fa, serve ancora a consolidare legami. Qualunque amico, conoscente, parente o, perchè no, uno sconosciuto appena incontrato, a Napoli, ti chiede:“ti posso offrire un caffè?”Napoli è maestra di reinterpretazioni e anche il caffè lo dimostra. Il vero segreto è racchiuso nella miscela napoletana e nella sua particolare tostatura, che le conferisce una più scura colorazione rispetto a quella delle altre regioni italiane e straniere.
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