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Un nuovo modo di cucinare gustoso, divertente, coinvolgente.
Questo tipo di cottura consente a chi mangia il cibo di scegliersi l’esatto punto di cottura
e di avere le vivande sempre calde come appena sfornate.
Il set gran grill è composto dal vassoio da portata sul quale possono essere posizionati
alternativamente la piastra in pietra ollare, per cuocere o mantenere in caldo gli alimenti,
o il tagliere in in rovere di Slavonia, per servire a tavola salumi o formaggi.
La cottura su Pietra Ollare
Tale metodo di cottura dona al cibo un sapore sublime, utilizzato già dagli antichi romani per le
sue innumerevoli doti, tornò in voga nel periodo tardo medioevale;
lo Scheuchzer scrive nel 1746,”.....”in queste stoviglie di pietra i cibi cuociono più in fretta e
meglio che in altre fatte di ottone, rame o altro metallo;
inoltre i cibi mantengono la loro naturale fragranza e non vengono inquinati da sapori estranei”.
Nel rinascimento a tale metodo di cottura veniva attribuito il potere di neutralizzare i veleni
eventualmente presente nei cibi, ciò ne accrebbe la fama e tantochè la cottura su pietra ollare
divenne il metodo di cottura privilegiato dalle più prestigiose corti europee;
i duchi di Milano esigevano cibi cotti esclusivamente sulla pietra ollare.
La piastra in pietra ollare certificata è detta la piastra della salute
Le caratteristiche uniche di tale pietra
conduzione termica circa 8 - 10 volte maggiore rispetto ai materiali refrattari;
sopporta temperature superiori a 600° centigradi;
accumulare calore e lo rilascia molto lentamente nel tempo e in maniera uniforme;
possiede eccezionali capacità di resistenza agli inquinamenti ambientali;
antiaderente naturale perchè composta del 40/50% da talco;
resistente e compatto perchè composta del 40/50% di magnesite;
La steatite della Valtellina detta Pietra Ollare
Vi sono in natura svariate tipologie di steatite l'una diversa dall'altra e non tutte sono adatte
all’uso sul fuoco.
La tipologia estratta nella Valtellina è l'unica che grazie al particolare equilibrio della sua
composizione chimica, conferisce alla steatite quelle proprietà fisico-chimiche che la rendono
unica e inimitabile.
Una storia lunga lunga, all'incirca tre miliardi di anni, quell'epoca sulla terra c'era solo fuoco e
desolazione poi la superficie della terra incominciò a raffreddarsi. Le placche tettoniche
incominciarono a muoversi incessantemente, a cercarsi e infine si piegarono su se stesse,
trasformandosi così in montagne.
Nel cuore della Valtellina, a pochi chilometri da Sondrio si apre la Valmalenco, e in questa valle
a chilometri di profondità, sotto forte pressione e in condizione di calore estremo i minerali
incominciarono di nuovo a cristallizzare e a indurirsi dando vita a un rarissimo capriccio della
natura: la pietra della Valtellina, un particolare tipo di steatite con caratteristiche uniche e
inimitabili.
Il nome"Pietra Ollare" le fu attribuito all’epoca dell’impero romano per via dell'antichissima
abitudine dei valliggiani di fabbricare con questa pietra pentole "aula"in latino, divenuto poi olla
nel linguaggio popolare .
L'estrazione e la lavorazione della steatite nella Valmalenco ha origine antichissime, nella
preistoria, tra il VI e il IV secolo a.C come dimostrato dagli studi fatti da Enrico Besta.
Anche Plinio il Vecchio nel 70 d.C cita la pietra ollare della Valtellina nella sua Naturalis
Historia.
I valliggiani la usavano per la preparazione di preziose stoviglie, talmente preziose che
venivano regalate come dono di nozze, quali i "lavècc" (pentole), "pioda" (lastra in pietra
ollare ),i "fùràgn" (recipienti per conservare formaggi, burro o lardo) si narra che lo strutto
in tali recipienti si conserva per oltre 50 anni senza che se ne alteri il gusto e il sapore.
La steatite tra storia e legenda
La steatite possiede la capacità mistica di sopravvivere al fuoco e al gelo.
Da milioni di anni le vengono attribuite proprietà magiche, e benefici effetti sulla salute.
Nell'antico Egitto (dalla VI dinastia 2350-2195 a.C. ), la steatite veniva utilizzata
per realizzare amuleti a forma di scarabei.
Questi venivano indossati dai faraoni e personaggi eminenti legati al dito o al
collo, per i suoi effetti salutari e come portafortuna; tale moda scomparve in Egitto nel periodo
Tolemaico (304-30 a.C.) ma ne continuò l'imitazione nel mondo ellenistico, in Fenicia e a Cartagine.